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Statistiche sui calci di rigore

Statistiche sui calci di rigore

In molti calciano di istinto ma conoscere le statistiche sui calci di rigore aiuta sia i portieri che i tiratori ed è interessante per svelare la psicologia del tiro dagli 11 metri. In occasioni del genere, si dice che la porta sembri molto piccola e il portiere diventi più grande.

Paradossalmente, l’estremo difensore ha il coltello dalla parte del manico, perché in circa il 75% dei casi l’esito è il gol. Quindi chi para non è visto come colpevole. Non ha nulla da perdere.

A volte sembra che le abilità tecniche, in questo fondamentale, passino in secondo piano, rispetto ad altre variabili, che vedremo qui di seguito.

Statistiche sui calci di rigore – Alcune curiosità

Partiamo dagli esiti dei tiri. Come detto, il 75% dei tentiativi gonfia la rete, il 14% viene disinnescato dal portiere, il 4% va fuori e il 2% termina con un urto contro un legno.

Secondo molti addetti ai lavori, i calci di rigore sono solo una questione di fortuna ma alcune statistiche smentiscono in parte tale narrazione. Ci dicono, infatti, che non tutti i tiri dal dischetto hanno la stessa probabilità di realizzazione. Ovviamente, ci riferiamo alle gare che terminano ai calci di rigore e non ai rigori “spuri” all’interno di una partita.

Innanzitutto, se si va alla “lotteria dei rigori”, l’ordine di battuta è di fondamentale importanza. La squadra che calcia per prima ha, infatti, il 60% di possibilità di vincere e ciò costituisce un vantaggio tutt’altro che trascurabile. Ciò accade perché nel 75% dei casi il tiratore la mette dentro. Perciò, il primo dell’altra squadra ha una maggiore pressione per via della paura di sbagliare, che aumenta, fino a diventare molto impattante nell’ultimo tiro. A tal proposito, un fattore di vitale importanza è quello secondo cui il timore di sbagliare e far predere la propria squadra è molto più penalizzante rispetto alla paura di sbagliare e mancare la vittoria della propria squadra. I capitani delle squadre sembrano averlo capito e scelgono sempre di iniziare per primi, quando l’esito del testa o croce gli è favorevole.

Molto importante è anche il piede con cui chi si presenta al dischetto calcia. Se questi è mancino, ha il 4% in più di probabilità di conseguire l’obiettivo. I portieri, infatti, hanno minore dimestichezza perché si trovano di fronte quasi sempre calciatori destri.

Per quanto riguarda la direzione dei tiri, circa il 70% delle volte è al lato della gamba d’appoggio. Nel 25% dei casi, lo striker mira verso quello opposto e il 5% indirizza la sfera al centro della porta. Ovviamente i portieri lo sanno e si buttano in modo conseguente.

Perciò, sembra che il tiro perfetto sia al centro della porta, visto che i portieri non si aspettano che la palla finisca lì e scelgono altre opzioni. A tal proposito, una raccolta dati di 204 rigori dei mondiali (da Spagna 82 a Sudafrica 2010) di mostra che nessun rigore centrale è stato neutralizzato.

Ci sono, poi, altri fattori che sembrano condizionare gli esiti. Se si manda la palla nei pressi dell’incrocio dei pali, quasi certamente questa terminerà in rete. Il problema sta nella difficoltà che questo tipo di scelta comporta. Se si cambia direzione durante la rincorsa, inoltre, ci sarebbero più possibilità di sbagliare e l’esultanza dopo una trasformazione determinerebbe maggiori probabilità che la squadra più “esibizionista” porti a casa la vittoria.

Ad ogni modo, se va dentrovuol dire che il rigore è andato a buon fine e, quindi, è stato battuto bene.

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