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Il calcio totale dell’Olanda

Il calcio totale dell'Olanda

Il modo di intendere il futball cambia in modo continuo e la rivoluzione più radicale è stata certamente quella del calcio totale dell’Olanda. “Calcio totale” indica un modo di giocare in cui un giocatore cambia posizione e va a sostituire quella di un compagno. Il focus principale è l’intercambiabilità delle posizioni in campo, che fa sì che gli interpreti cambino ma l’assetto tattico della squadra rimanga invariato. Tutto il contrario, quindi, del dogna del “mantenimento della posizione”.

L’origine di questa nuova idea di giocare al calcio nasce nell’Olanda degli inizi degli anni 70 e tale concezione futuristica è rappresentata soprattutto dall’Ajax e dalla nazionale Olandese.

Calcio Totale dell’Olanda – Nascita

L’invenzione di questa nuova filosofia è da attribuire a mister Michels Rinus, giovane allenatore dei Lancieri. Dopo una carriera non lunghissima ma dignitosa (con 265 presenze e 121 reti) nelle fila dell’Ajax, nel gennaio del 1965 diventa l’allenatore del club in cui ha militato e inizia a sviluppare le sue idee che lo renderanno famoso.

Da questo momento in poi, il calcio non sarà più lo stesso. Non tutte le innovazioni incontrano il consenso generale ma in questo caso i risultati sono dalla parte del tecnico olandese. Questi, infatti, vanta un palmares davvero invidiabile, con vari campionati vinti e altri trofei prestigiosi. Su tutti, ricordiamo la Coppa dei Campioni del 1971 con l’Ajax e gli Europei del 1988 con la sua nazionale. Trascinata da calciatori del calibro di Gullit, Van Basten e Rijkaard.

Lo stesso CT porta l’Olanda a giocarsi la prima finale della sua storia nel 1974 (seguiranno quella del 1978 e del 2010, tutte perse). In questa occasione, però, la concretezza della Germania Ovest prevale sul talento e sul gioco innovativo degli Arancioni.

Nuovi principi di Gioco

I cambiamenti apportati da Rinus sono radicali e molti di questi sono utilizzati ancora adesso nel calcio moderno e hanno ispirato allenatori del calibro di Sacchi.

La novità più evidente è forse la zona, concetto cardine dell’allenatore olandese che si applica anche in difesa. Scompare, infatti, il libero e il reparto arretrato è formato da due centrali che giocano in linea e due terzini che spesso effettuano sovrapposizioni e si spingono in avanti. Mentre l’ala spesso si accentra e si lancia in area per raccogliere un cross di un terzino.

Accanto a questo, si nota subito la massiccia ricerca del pressing e l’applicazione della tattica del fuorigioco come arma di difesa. La linea difensiva è sempre molto alta e arriva spesso a centrocampo. Il portiere funge quasi da libero ed è molto bravo a giocare anche con i piedi. Come nei giorni nostri.

La punta di diamante dell’Ajax delle meraviglie è certamente Johan Cruijff, emblema del calciatore tuttofare. Che possiamo vedere nei panni di regista, terzino, trequartista, mezzala e centravanti. Probabilmente si tratta del più grande giocatore della storia Olandese e certamente uno dei più talentuosi che il calcio ricordi.

Una costante è l’interscambiabilità dei giocatori, soprattutto Cruijff, che è portata all’estremo. Persino il capitano spesso cambia di anno in anno, essendo soggetto a democratiche elezioni all’interno dello spogliatoio.

Lo schema di base è il 4-3-3 ma, visto che tutti sanno fare tutto, l’unica costante è la dinamicità e lo scambiarsi le posizioni. Come nell’attuale Manchester City di Guardiola.

Chiudiamo l’articolo con un video che spiega il funzionamento della nazionale olandese del 1974, per capire meglio come funziona il calcio totale olandese.

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