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Al-Saadi Gheddafi in Serie A

Al-Saadi Gheddafi in Serie A

I soldi a volte possono aiutare e, nel caso in questione, permettono l’avventura di Al-Saadi Gheddafi in Serie A. Chiunque abbia giocato a calcio e lo guardi mentre palleggia, si accorge subito che probabilmente il protagonista non potrebbe giocare nemmeno in Eccellenza.

Essere il figlio di uno degli uomini più ricchi del mondo, però, aiuta. Il padre, infatti, è il colonnello Gheddafi, dittatore della Libia, molto amico con il vulcanico presidente del Perugia Gaucci. Il terzogenito è, inoltre, socio della Juventus e detiene molte azioni della Triestina.

La caduta del regime, coincide ovviamente con un periodo buio della vita del calciatore, accusato di essere il responsabile di crimini contro i manifestanti e dell’omicidio dell’allenatore Bashir al-Rayani. Nel 2021, comunque, viene scarcerato e oggi pare viva in Turchia.

La Storia – Saadi Gheddafi in Serie A

Il calcio è uno degli sport più amati al mondo e ogni tanto ci sorprende con storie insolite. Una di queste è quella di Al-Saadi Gheddafi, il figlio dell’ex dittatore libico, che ha giocato nella Serie A italiana.

Al-Saadi nasce il 25 maggio del 1973 a Tripoli, la capitale della Libia. Il padre, Muammar Gheddafi, governa il paese per 42 anni, dal 1969 fino alla sua morte nel 2011. Nonostante la fama del padre, non mostra un grande interesse per la politica, ma sviluppa una passione per lo sport, in particolare per il calcio.

La carriera calcistica di Al-Saadi inizia nel 2003, quando firma un contratto con la squadra italiana Perugia Calcio. Il trasferimento è controverso. Pare che il presidente Gaucci sia costretto a prenderlo per rimediare alla figuraccia rimediata a seguito di una dichiazione poco lusinghiera sulle caratteristiche tecniche del calciatore.

Presentazione di Al-Saadi Gheddafi al Perugia

Non c’è da stupirsi se in quattro stagioni (3 in A e una in B), Gheddafi scenda in campo solo in 3 occasioni. Ovviamente solo scampoli di partite molto brevi. C’è tempo, comunque, per una squalifica dell’antidoping, perché, pur non giocando mai, viene trovato positivo dopo la partita Perugia-Regina.

Possiamo dire, quindi, che non si tratta di una carriera fulgida. D’altra parte, Franco Scoglio, ct della Libia, aveva detto che tecnicamente “Non serve a niente”.

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