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Storia del ruolo del Libero

Storia del ruolo del Libero

Il calcio, come altri sport, si è evoluto nel tempo ed è interessante conoscere la Storia del ruolo del libero, che ormai è quasi scomparso.

In realtà, in alcuni frangenti della partita, quando bisogna difendere, c’è ancora oggi un difensore che si stacca dietro e si posiziona tra portiere e linea difensiva. Ciononostante, la diffusione del calcio totale ha portato la marcatura a zona e l’uso limitatissimo di questa figura.

Il ruolo di libero è strettamente legato alla tattica del catenaccio, ovvero l’arroccamento su posizioni difensive, con il primo obiettivo di non prendere gol. L’Italia ha fatto spesso ricorso a tale strategia, a volte con grande maestria. Vediamo nel dettaglio alcune informazioni su questo difensore, a volte bistrattato, che comunque è stato presente nei campi da calcio per decenni.

Storia e Caratteristiche – Storia del ruolo del Libero

Il ruolo del libero, in origine chiamato battitore libero, è molto associato all’Italia, sebbene sia stato creato dall’austriaco Karl Rappan negli anni 30. Nei decenni successivi ha un grande successo mentre la nascita del calcio totale ne determina un lento ma inesorabile declino.

Dal punto di vista tattico, si tratta dell’ultimo baluardo difensivo di una squadra. Come dice il nome stesso, è libero da compiti di marcatura e deve essere bravo a posizionarsi nel posto giusto, per tamponare eventuali buchi dei suoi compagni di reparto. Nei calci d’angolo, generalmente si pone sul primo palo.

Nei primi anni, il libero si occupa di intervenire in seconda battuta e spazzare via la palla, senza troppo orpelli. Più tardi, invece, tale giocatore ha l’onere di iniziare la manovra offensiva della sua squadra. Sebbene lo stereotipo lo preveda privo di una grandissima tecnica, tale ruolo viene ricoperto anche da gente con i piedi buoni. Franco Baresi, Michele Scirea e Franz Anton Beckenbauer, infatti, smentiscono efficacemente questo stereotipo.

Franco Baresi

L’ultimo muro si trova spesso in uno schema difensivo a cinque, con due marcatori che stanno incollati ai loro uomini. Negli anni 90, con la sempre più massiva applicazione della marcatura a zona, assistiamo al progressivo accantonamento del battitore libero. Oltre alla zona, la regola del fuorigioco passivo mal si concilia con le movenze di questo tipo di difensore.

Una delle ultime squadre ad utilizzare il libero è la nazionale italiana di Cesare Maldini, ai mondiali di Francia 98. In quell’occasione, Giuseppe Bergomi ha il compito di presidiare l’area compresa tra il portiere e la linea difensiva.

Oggi, come detto, possiamo trovare un difensore un po’ staccato dietro, soprattutto negli schemi tattici che prevedono la difesa a tre. Molto più spesso, è il portiere stesso che si occupa dei compiti di impostazione, come il caro vecchio libero. Indimenticato.

 

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