Mazzone sotto la curva

Mazzone sotto la curva

Alcuni episodi sul campo rimangono nella mente di tutti e la corsa di Mazzone sotto la curva dell’Atalanta è certamente uno di questi. Sebbene siano già passati più di 20 anni, infatti, tutti lo ricordano con il sorriso.

La birichinata è costata a Carletto Mazzone ben 5 giornate di squalifica, perché non è una cosa che andrebbe fatta. Ad ogni modo, si tratta di un esempio di reazione sanguigna e spontanea che ancora oggi fa sorridere. Persino l’arbitro dell’incontro, Pierluigi Collina, un duro che intimidiva i calciatori solo con uno sguardo, non riesce a trattenere le risate quando ne parla.

Oltre all’aspetto divertente, l’allora allenatore del Brescia non esce di senno senza un motivo, perché troppo spesso nelle curve italiane si eccede con gli insulti. E la situazione, dopo due decenni, non sembra essere migliorata, come insegna il tentativo di aggressione a Spalletti a Firenze.

Mazzone sotto la curva – La vicenda

La rivalità tra Bergamo e Brescia ha radici storiche e addirittura the Guardian si è preso la briga di ricostruirla a partire dagli albori. Secondo il quotidiano inglese, l’acrimonia risale al XII secolo, ai tempi di Federico Barbarossa ed evidentemente prosegue ancora nei giorni nostri. Nel corso dei secoli, le due fazioni hanno continuato ad odiarsi, tanto che i bergamaschi sono “conigli” per chi vive a Brescia mentre i bresciani sono identificati con il titolo poco onorevole di “maiali” dai bergamaschi.

Poiché il calcio amplifica tutte le emozioni, il derby tra le due città vicine è uno dei più sentiti d’Italia (pare sia al quarto posto di questa speciale classifica). Gli scontri tra le due tifoserie antagoniste non sono mai mancati e, negli anni ’30, i bresciani sono arrivati a lanciare sul campo diversi conigli, per prendere in giro gli atalantini.

Fatte queste premesse, arriviamo all’episodio della corsa di Mazzone sotto la curva dei bergamaschi. Siamo nell’ormai lontano 30 settembre 2001 e le cose iniziano per il verso giusto per il Brescia, visto che Baggio porta in vantaggio i suoi. Il Brescia, però, sbanda e subisce tre reti nel giro di un quarto d’ora, da parte, nell’ordine, di Sala, Doni e Comandini. Le squadre vanno negli spogliatoi su risultato di 1 – 3 in favore dell’Atalanta e i tifosi bercamaschi non smettono di offendere Mazzone, che è come una tigre in gabbia.

Al minuto 75, il solito Roberto Baggio accorcia le distanze su assist di Tare. Il tecnico delle rondinelle vede la rimonta e promette di andare sotto la curva a avversaria in caso di pareggio. Nei minuti di recupero arriva il fattaccio. C’è una punizione di Baggio (sì, ancora lui) che si insacca in rete.

Da qui in poi è un delirio, con Mazzone che corre come un maratoneta e si dirige sotto la curva dell’Atalanta. Dalla panchina, qualcuno cerca di bloccarlo, trattenendo a stento le risate, ma è impossibile arrestare la sua corsa rabbiosa. Dopo aver seminato chiunque tenti di placarlo, si sfoga con i tifosi avversari, apostrofandoli con parole poco carine e raggiunge gli spoglatoi.

Per chi non avesse visto la scena, di seguito c’è il video storico:

Corsa di Mazzone sotto la curva dell’Atalanta

Le dichiarazioni

La sgroppata di Mazzone sotto la curva fa il giro del mondo e in molti la ricordano, anche a distanza di molto tempo. Il “colpevole” è il genio di Caldogno, che con la sua tripletta riprende una partita già persa e dà modo al suo tecnico di sfogarsi. Quando racconta l’episodio, ancora ride e dice che è una scena troppo divertente.

Un altro presente in campo è Pierluigi Collina, arbitro bravissimo e famosissimo, si sofferma sulla sorpresa del momento. Anche il grande fischietto è spiazzato e al ritorno, è costretto a mandare il tecnico negli spogliatoi anticipatamente. A dire il vero, Mazzone se ne va da solo e non c’è bisogno di troppe parole da parte dell’arbitro.

Il tecnico romano, sull’episodio, dice che non riesce ad accettare per 90 minuti gli insulti alla sua città e a sua madre deceduta. Si tratta del momento di maggior rabbia della sua carriera reazione è sbagliata ma umana. Poi, ironicamente, dà la colpa al divin codino per la tripletta e a un suo fratello gemello che ha preso il suo posto. Di certo è una corsa storica, da medaglia.

Related Post